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Il Día de los Muertos, la vivace e toccante celebrazione messicana dedicata alla memoria dei defunti, ha varcato i confini geografici e culturali del Messico diventando, negli ultimi decenni, un fenomeno globale.

Dalle strade di Los Angeles alle piazze di Berlino, passando per musei e università di tutto il mondo, questa tradizione ha trovato nuove forme di espressione e, con esse, anche nuove identità.

In questo articolo vediamo come il Dia de los Muertos è stato celebrato al di fuori del Messico, con quali influenze culturali e quali adattamenti sono emersi. Vediamo anche quali e come sono le festività simili nel mondo e quanto sia universale la commemorazione dei defunti.

Dia de Los Muertos nel mondo: influenze culturali

Originato da un sincretismo tra credenze indigene precolombiane e rituali cattolici portati dai colonizzatori spagnoli, il Día de los Muertos non è mai stato un semplice “Halloween latino”. È piuttosto un tempo sacro in cui i vivi si riuniscono per ricordare e celebrare i propri cari defunti, con altari domestici (ofrendas), cibo, musica, marce e arte popolare.

Ma cosa accade quando una tradizione così profondamente radicata in un contesto culturale specifico viene adottata e reinterpretata in contesti differenti? A queli influenze culturali e adattamenti è sottoposta una festa nata da influenze culturali diverse? Qui trovate tutte le info sull’Origine del dia de Los Muertos.

Il Día de los Muertos negli Stati Uniti: adattamenti culturali

Negli Stati Uniti, in particolare nei territori a forte presenza ispanica come California, Texas, Arizona e New Mexico, il Día de los Muertos è diventato un simbolo potente di identità culturale. Le comunità messicano-americane hanno mantenuto viva la tradizione, ma allo stesso tempo l’hanno adattata alle realtà urbane e multiculturali in cui vivono. I cortei funebri diventano parate artistiche. Gli altari vengono allestiti nelle gallerie d’arte e nei campus universitari. I simboli tradizionali – come le calaveras e la figura della Catrina – sono reinterpretati in chiave contemporanea, talvolta anche commerciale.

Un esempio emblematico è il Día de los Muertos Festival di Los Angeles, che ogni anno trasforma il cimitero di Hollywood Forever in un’esplosione di colori, musica e ritualità condivisa, dove si incontrano culture diverse e si celebra una memoria collettiva.

Adattamenti culturali in Europa

In Europa, il Día de los Muertos ha fatto il suo ingresso attraverso mostre museali, eventi tematici e feste a tema nei grandi centri urbani. Città come Londra, Parigi, Berlino e Barcellona ospitano celebrazioni che mescolano elementi autentici con forme più pop, spesso legate alla musica elettronica, alla street art o alla gastronomia. Qui il Día de los Muertos si trasforma in un’esperienza estetica capace di attrarre un pubblico giovane e cosmopolita.

E non solo. Musei come il Musée du Quai Branly di Parigi o il British Museum hanno dedicato intere esposizioni al tema della morte nelle culture del mondo, includendo altari messicani, installazioni multimediali e laboratori esperienziali.

Adattamenti culturali e controversie

La diffusione globale del Día de los Muertos ha però sollevato anche questioni delicate, in particolare riguardo al confine sottile tra adattamento culturale e appropriazione. L’uso estetizzante di simboli sacri o il loro svuotamento di significato originario (ad esempio nelle campagne pubblicitarie o nei travestimenti di Halloween) è spesso criticato dalle comunità messicane come una forma di esotizzazione.

Tuttavia, in molti contesti – specie quelli diasporici – l’adozione di questa celebrazione ha anche un significato resistente. Rappresenta un modo per riaffermare identità collettive, tramandare memorie familiari e offrire alternative simboliche alla cultura dominante della rimozione del lutto.

La commemorazione dei defunti nel mondo: celebrazioni globali

Nonostante le sue specificità, il Día de los Muertos si inserisce in un patrimonio antropologico di celebrazioni globali: quello delle celebrazioni legate ai morti. Dall’Obon giapponese, che riunisce le famiglie per accogliere gli spiriti degli antenati, alla Festa dei Morti in Sicilia, dove i bambini ricevono doni lasciati dai defunti. Il Qingming cinese è la “festa della pulizia delle tombe”. Poi ci sono i Pitru Paksha induisti: ogni cultura ha sviluppato modalità proprie per tenere vivo il legame con i trapassati.

Queste pratiche – per quanto diverse nei dettagli – condividono un nucleo profondo. La necessità umana e internazionale di dare senso alla morte attraverso il ricordo, il rito e la narrazione. In questo senso, il Día de los Muertos non è solo una tradizione messicana. Si tratta di una finestra attraverso cui osservare come l’umanità, nei secoli, abbia trasformato il lutto in celebrazione, l’assenza in presenza simbolica.

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